Finalmente testata oggi la cinghiala dopo la foratura di ieri e la riparazione notturna.
Prima uscita in sterrato con discesa sconnessa e sassosa, la strada tagliafuoco del monte Musinè in Val di Susa (NO TAV!).
Le impressioni sono queste. La pesantezza del mezzo rispetta alla front si sente, c'è poco da fare. Sopratutto le
ruote che sfiorano i cinque chili. Oltretutto adesso dietro c'è una camera da 200g invece che l'originale da 120.
Però, nonostante il peso, la fatica pare minore di quella che potrebbe essere grazie all'ammo che realmente copia il terreno e non ti fa scartare a destra e a manca la ruota con perdita di aderenza.
La vera goduria arriva però in discesa dove sono passato su alcuni pietroni nei quali avevo visto la morte in faccia e invece niente, si mangia tutto e salta che è una meraviglia. A voi parrà banale ma per me è la prima full.
Ammo e forca sono ancora settati come da fabbrica ma pare già che vadano benissimo.
A questo punto sono ancora più indeciso a riguardo dei futuri cerchi, se prendere i 400 o i 500 più larghi della DT Swiss. Diciamo che oggi già le ruote originali se la sono cavata bene, vedremo.
Intanto, sparita la 44 mi sono reso conto che la 32 è assolutamente sfruttata in fondo e che una più grossa pare inutile. Ad ogni modo in attesa della 38 continuo con il settaggio 22/32. Uniche due note dolenti sono queste: la prima è che ad un certo punto mi è caduta la
catena durante la discesa e mi sono dovuto fermare. La seconda è che per andare bene avrei bisogno di tre comandi remoti sul manubrio, forca, ammo e tubo sella
telescopico. Il terreno con cui avevo a che fare era uno smosso ghiaioso, compatto, sassoso alternati con tratti in asfalto di 200 mm con salite e discese repentine. Impossibile gestire l'ammo e la forca senza fermarsi ogni 300 metri e tanto meno alzare e abbassare il tubo sella. Peccato.
Boda