estremizzata o meno, la massificazione della montagna invernale (di cui io faccio parte), aumenta in maniera esponenziale i pericoli che la montagna nasconde alle persone che non li sanno leggere.
quindi, ben vengano le escursioni sulla neve, ma con
guide esperte, e non come scampagnata della famiglia Brambilla che la sera prima ha comprato le ciaspole al negozio di sport e si improvvisa alpinista.
sopra hai scritto tutt'altro...ma sorvoliamo!
che ci siano cani e proci, in montagna, è purtroppo un dato di fatto.
E che la montagna sia 'massificata', pure, a cominciare da quelle schifezze di mega comprensori sciistici che tiran su nelle valli migliaia di weekend warrior.
Il problema non è neppure la famiglia Brambilla che, salvo rare eccezioni, si limita a passeggiate in bassa quota, per lo più su percorsi relativamente sicuri scovati dalla moglie del sig. Brambilla sull'inserto di Donna Moderna.
Il problema vero è sia chi si butta in fuoripista per tutta la giornata di discese, senza avere la minima cognizione di nivologia e la minima espereinza di montagna (sabato tre ragazzini si sono persi a Prali, tutti presi dal fuoripista, senza riuscire poi a tornare indietro prima del buoi, e senza sapere dov'erano...e fortuna li han trovati prima di notte con l'elicottero), sia chi si avventura in imprese pseudoalpinistiche senza averne le capacità, in primis di valutare il rischio, che però non è mai definibile del tutto, e sopprimibile del tutto.
Lo scialpinista 'classico' (formatosi ad una scuola cai, o che ha avuto tempo di fare tente esperienze graduali e con alpinisti esperti), è in grado di valutare dei rischi che, ripeto, non sono comunque mai del tutto valutabili ed eliminabili (come in bici del resto, quando si fa vera 'mtb alpestre', o sin giri tutto il giorno in veri bikepark con strutture grosse a gran velocità); però, in seguito ad una valutazione, ci si può assumere la responsabilità, sempre personale, di proseguire.
A ben guardare poi sul totale di incidenti che capitano in montagna..beh..la maggior parte delle vittime sono guide, alpinisti esperti e di lunga data...e anche qui, forse la troppa esperienza e sicumera portano a sottovalutare dei rischi.
Quindi, assimilare Brambilla, Messner, e Scialpinista, mi pare non solo una estremizzazione, ma una indebita generalizzazione. Specie se associata ad una affermazione come quella che 'leggere la neve è praticamente impossibile'.