La salita pedalabile, è una delle prime difficoltà che si incontrano all'uscita su terreni sconnessi con la mtb.
Le valutazioni importanti che si devono fare sono sempre in considerazione del tipo di terreno che andiamo ad affrontare. Un primo colpo d'occhio ci permetterà di leggere e valutare il terreno, basandoci sulla nostra esperienza ci consentirà: la scelta della traiettoria più idonea e meno complicata (priva di: sassi, erba, radici, buchi); se ai lati o al centro della strada; se procedere anche a zig-zag, quale tipo di rapporto utilizzare. Dopo la valutazione del terreno come tipologia è importante quantificarne il grado percentuale di difficoltà, questo per essere pronti a spostamenti di peso, che dovranno essere sempre più in posizione avanzata, quanto più all'aumentare della salita, da ricordare che si incontreranno anche salite non pedalabili, per le quali esistono specifiche tecniche.
La posizione.
Le braccia sono un punto essenziale nella conduzione di una mtb specialmente in salita, queste ci permettono l'ancoraggio al manubrio con le mani per l'utilizzo dei comandi (cambio, deragliatore e
freni) sono piegate a formare un angolo di circa 140°, l'angolo si riduce all'aumentare del grado di difficoltà. Salita regolare.Vista la posizione aggiustata con gli accorgimenti sopra descritti, per questi tipi di salita dove il terreno è solitamenterappresentato da fondi stabili o asfalto ma può presentare anche salite impegnative, è consigliabile nel caso si presenti un'emergenza (calo di potenza, avere un compagno in giornata NO!) di utilizzare la tecnica di salita slalom, riusciremo disegnando una continua serie di curve che prendano l'intera sede stradale (dove le condizioni del traffico lo permettano) a diminuire l'effetto della fatica estrema e se presenti in un tracciato ripido ad annullare l'effetto verticalità,
Salita media.
Iniziata la salita il busto si abbassa verso l'avantreno, le natiche sono appoggiate alla sella a seguire il movimento regolare compiuto dalle gambe, in occasione di piccoli ostacoli ma anche di terreni particolari del tipo: pietre, sabbia, neve o fango, ci potremo aiutare con piccoli colpi di reni, gli stessi ci consentiranno grazie al saldo appoggio delle mani al manubrio e dei piedi sui pedali di superarli,
Salita difficile.
Aumenta la pendenza e la posizione si sposta sempre più sull'avantreno, la pedalata lenta e regolare ci permette di coordinare i movimenti. Il busto sempre più basso agevola uno spostamento del corpo "tutto" avanti fino a trovarsi appoggiati con l'osso sacro o coccige sulla punta della sella per impedire alla ruota anteriore di sollevarsi e a quella posteriore di perdere aderenza. Questa posizione si utilizza per brevi tratti, che presentino caratteristiche tali da esserepedalabili.
Salita in piedi.
Nei casi dove è necessario alzarsi in piedi, anche su terreni sconnessi, l'accorgimento per far sì che la ruota motrice non perda aderenza, si ha riducendo la frequenza delle pedalate scalando di un rapporto e facendo in modo che la salita in questione non diventi una dimostrazione di potenza o forza, ma piuttosto possa diventare una prova di "abilità", per riuscire ad esprimere con efficacia la pedalata sul terreno, stando in piedi, è necessario arrivare nel punto inferiore della pedalata sempre con la pianta del piede parallela al terreno, questo ci permetterà di acquisire sensibilità. La posizione è quella vista per la salita "media", trasferita stando sollevati sui pedali il busto spostato in avanti ci permette di avere sotto di noi il manubrio, testa, busto e spalle sono alte. Questa posizione è anche consigliata quando, si cera di rilassare i muscoli paravertebrali, dorsali e addominali coinvolti nello sforzo di un lungo ed impegnativo itinerario.