Non chiamatemi fratello, non sono della tribù

  • La Pinarello Dogma XC è finalmente disponibile al pubblico! Dopo averla vista sul gradino più alto del podio dei campionati del mondo di XC 2023 con Tom Pidcock (con la full) e Pauline Ferrand-Prevot (con la front), Stefano Udeschini ha avuto modo di provarla sui sentieri del Garda
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Tesa

Biker velocissimus
15/2/10
2.353
1
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Bassano del Grappa
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Io sono sempre stato amante della montagna, ci cammino e ci pedalo.
A me piace stare da solo e senza rumori in montagna, non mi piace andare a fare il solito pic-nic in un prato la Domenica, circondato da persone, da rumori di ogni genere, da gente che non rispetta la montagna e ci va solo per passare un giornata al "fresco", e la tratta come se fosse la città... la città è ben altro!

A me piace andare in montagna perchè adoro i rumori dei boschi... e ancora di più il rumore delle ruote sui sassi e sul ghiano... pedalare, stare da solo, e ascoltare i rumori che la natura mi offre...
Per riuscire ad assaporare a pieno la montagna bisogna allontanarsi dalla massa, e stare da soli ad ascoltare...
Forse non è ancora tutto perso...
 

ivanmorotti1

Biker ultra
16/4/07
655
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como
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Forse saro contro tendenza.
Mi spiego io ho inizato ad andare in montagna all'inizio degli anna 90 quando le tavole da snow erano usate con scarponi appositi ma rigidi e (Hard) e prendere gli inpianti era una discussione costante.
Ho amato Bormio citta con il suo centro popolato di fighette, come le baite isolate accomagnato sempre da una guida (sono uno che ha sempre abitato in citta e ho il rspetto della montagna che mi potrebbe far male).
e via discorrendo penso d'aver vissuto le due faccie di questo mondo, da quello modaiolo a quello piu naturalistico che per qualcuno ha qualcosa di spirituale
NON me la sento di contestare nessuno di queste due realta
Ben venga la civilta ed i fighetti se ha rispetto, alla fine crea lavoro col turismo e via discorrendo.
Ben venga l'alpinista se conscio dei suoi limiti, (a una mia cara amica e vedova con due figli, il marito era del soccorso alpino ed e rimasto sui monti per salvare degli alpinisti colti da una bufera)
Alla fine non esiste il bene ed il male assoluto, esiste l'uomo che dovrebbe cercare d'usare la testa ed avere rispetto della Montagna come del mare e di tutto cio che madre natura ci regala
REgaliamo il nostro piu bel sorriso al nostro peggior nemico, rimarra il nostro peggior nemico ma noi staremo meglio
PS scusate il vagheggio e gli e rrori grammaticale ma sono le 4.00 di notte e anche oggi l'insonia e con me
 

am2005

Biker ultra
5/10/05
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Baone (PD)
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Bike
leona3- Specy enduro 27,5
La massa (umana) è inversamente proporzionale alla fatica, e anche all'intelligenza.
Se continuiamo a scappare dalla massa -facendo sempre più fatica e andando sempre più lontano- saremo sconfitti: alla fine devasteranno tutto pur di far arrivare la massa 'in cima' (Himalaya docet).
L'unico rimedio che mi viene in mente è opporsi civilmente, prendendo parte alla gestione del territorio e cercando di preservare da quelli che ci vogliono guadagnare (tutto si riduce a questo, purtroppo) i luoghi che amiamo.

Bikerciuc: non sei fratello della tribù, ma di tutti quelli che si riconoscono nelle tue parole.
Speriamo siano tanti.
 

bikerciuc

Biker infernalis
...oggi neanche mi accorgo di chi siede al mio fianco a rifugio e non provo alcun interesse per quali sono le motivazioni e le strade che l'hanno portato li, sono umanamente contento per lui se vivere la montagna, a modo suo, gli reca qualsivoglia sensazione piacevole, sono ancor più contento se nonsi esibisce in comportamenti lesivi per l'integrità del sistema.
la massa in montagna non distrugge niente che non sia già compromesso, visto ceh le vie più impervie rimarranno sempre al di fuori delle sue possibilità, in compenso può alimentare circoli virtuosi di investimenti finalizzati allo sviluppo locale di zone storicamente depresse in cui, è il caso di ricordarlo a chi dell'alienazione vede solo gli aspetti positivi, fino a qualche decade fa incesto ed eroina erano i passatempi preferiti.
non appartengo ad alcuna tribù e non ho fratelli neanche io ma ben mi guardo dal giudicare chi vive le proprie passioni in modo diverso dal mio.
pace e bene.

vedi, io non voglio dire che non si debbano fare i "baikpark" o che la gente non debba andarci...dico che è profondamente sbagliato vendere la montagna come un circuito da motocross,da 'friraid' o comunque come un circuito e basta

sul fatto che la massa non sia d'impatto, permettimi, dissento. Prova a frequentare in estate la vetta di qualche frequentato monte, vedrai che ci saranno zone "ammorbate" dalla puzza di piscio come i sottopassi della metro o i cessi della stazione...e sono ancora buono perchè tutto sommato è roba organica e biodegradabile...con al massimo qualche traccia di cocaina qua e là.

L'economia invernale degli impianti porta soldi, benvenuta entro i limiti in cui gli impianti occupano una parte della montagna. Se però inneschiamo un ragionamento per cui più impianti=più clienti=più soldi tutto si ridurrà a un centro commerciale d'alta quota.
Le scelte sul futuro turistico di una o più valli non possono e non devono essere miopi o avide.
Un'offerta di qualità porterà gente di qualità...l'educare il pubblico a voler spendere un 'cicinin' di fatica per raggiungere qualcosa educherà al rispetto meglio di qualsiasi cartello posto allo sbarco dell'ovovia.
mia opinione.
 
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Giskard_rules

Biker poeticus
8/8/09
3.832
-8
0
Vecchiano
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Tutto molto vero.
O abbastanza.
Se in uno stato di grazia dato dalla situazione unica e preziosa dovessi incrociare uno di quelli che hanno risposto, così come chiunque altro sia ben inteso, mi sentirei comunque defraudato del momento.
Voi direte che uno o 100 in più fanno la differenza. Vero. Ma per lo stesso motivo bisognerebbe "accettare" anche le sfumature che vi intercorrono.
Il Forum è pieno di argomentazioni a favore e contro; leggendole non si può fare a meno di dar ragione alle une e alle altre. Perchè non sviluppare i bike park nei luoghi già compromessi dagli impianti? Perchè, al contrario, non vietare in toto le bici dai sentieri? In fondo sono stati creati per i piedi e non per le ruote. Sulle carrarecce e stop! Ha una logica. Sinceramente quando vedo le immagini delle gesta epiche del buon Nonnocarb non posso fare a meno di pensare che LI' la bici non centra nulla! Ma QUANTO vorrei esserci anche io!!!
Ho una figlia ancora piccola. Mi auguro certamente che un domani scorrazzi per i monti con la bici. Per evitare tutto il pattume che purtroppo esiste per le città. Bene, se mi verrà a casa facendo "Yo, yo oggi vado con la crew a provare un nuovo drop" tornando dopo un paio d'ore sudata e scorticata... beh, ben vengano le crews che girano per i monti!
Modus in rebus!

Mi sento di quotarti in toto.
Il ragionamento iniziale è un po' antico, sembra di sentir parlare mio nonno.
Che bello quando c'era solo la radio, che bello quando nno c'era internet....e poi tutti a scrivere sul forum e a guardare sky.
Il mondo va avanti, l'importante è cercare di portare rispetto per l'ambiente il più possibile.
Ben vengano i bike park e tutto il resto. Ovvio che i merenderos che lasciano tutto a giro, sporcizia ecc, non sono da considerarsi montanari.
Ma non posso certo criticae chi va su con l'impianto e si fa solo discese a tutta velocità.
A me piacerebbe fare tutto, dai giri epici di 3-4 giorni tutti in bici, come molti di voi fanno, sia andare nei bike park (la giornata che ho passata al mottolino è stata fantastica). E io sono uno che più è dura la salita più ci si incaponisce e la fa pedalando.

Ci vuole, come in tutte, le cose la giusta misura.
 

Absenthia

Biker superis
7/10/08
424
0
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Breganze
www.absenthia.it
vedi, io non voglio dire che non si debbano fare i "baikpark" o che la gente non debba andarci...dico che è profondamente sbagliato vendere la montagna come un circuito da motocross,da 'friraid' o comunque come un circuito e basta

sul fatto che la massa non sia d'impatto, permettimi, dissento. Prova a frequentare in estate la vetta di qualche frequentato monte, vedrai che ci saranno zone "ammorbate" dalla puzza di piscio come i sottopassi della metro o i cessi della stazione...e sono ancora buono perchè tutto sommato è roba organica e biodegradabile...con al massimo qualche traccia di cocaina qua e là.

L'economia invernale degli impianti porta soldi, benvenuta entro i limiti in cui gli impianti occupano una parte della montagna. Se però inneschiamo un ragionamento per cui più impianti=più clienti=più soldi tutto si ridurrà a un centro commerciale d'alta quota.
Le scelte sul futuro turistico di una o più valli non possono e non devono essere miopi o avide.
Un'offerta di qualità porterà gente di qualità...l'educare il pubblico a voler spendere un 'cicinin' di fatica per raggiungere qualcosa educherà al rispetto meglio di qualsiasi cartello posto allo sbarco dell'ovovia.
mia opinione.

Sono quasi d'accordo con te bikerciuc, il mio quasi sta nel fatto che la gente, la massa, non è il vero problema.
Il vero problema a parer mio è la mancanza di rispetto che sta nelle persone, tutto il frastuono che senti in montagna è causato dal mancato rispetto nei luoghi e nelle persone, perchè tutta quella gente dopo un pò deve urlare per farsi sentire dal vicino, perchè quello di fianco lo copre con la sua "vociona", e questo purtroppo lo ritrovi ovunque, sia in montagna che al mare, in biblioteca o al cinema.

La massa ha dimenticato cos'è il rispetto.
I genitori non lo insegnano più ai loro figli, ma soprttutto non ne hanno per gli altri, quindi non si può pretendere che loro lo imparino da soli.
Non c'è rispetto per le strade, questo è uno dei motivi perchè molti di noi usano ruote grasse al posto di BDC.

La gente, concordo con te, segue le mode, ormai i ritmi sono troppo elevati perchè qualcuno pensi di fermarsi ad assaporare qualsiasi cosa.

Sabato scorso, dopo una bella faticaccia e gli ultimi 15 minuti passati con la bici in spalla per raggiungere la cima dell'Ortigara, mi sono trovato in un luogo dove sono morte più di 25000 persone durante la I^ guerra, un luogo dove il silenzio è dovuto a mio parere, invece mi sono ritrovato davanti un gruppo di quasi 30 persone che chiacchieravano, cantavano...
Alla fine prima di andarsene hanno detto una preghiera ai caduti, non so se lo hanno fatto per formalità o cosa...
Non dico che non dovevano fare quello che hanno fatto, solo che lo potevano fare in modo diverso, meno invasivo per la quiete del luogo.

Per conto mio è la mancanza di rispetto che rovina montagne, città mare... Affinché la gente non apre gli occhi ed inizia a rispettare ciò che gli sta attorno, difficilmente le cose potranno migliorare...
 
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andrea66

Biker poeticus
2/4/08
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donca town
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Liteville, Bronson
L'economia invernale degli impianti porta soldi, benvenuta entro i limiti in cui gli impianti occupano una parte della montagna. Se però inneschiamo un ragionamento per cui più impianti=più clienti=più soldi tutto si ridurrà a un centro commerciale d'alta quota.
Le scelte sul futuro turistico di una o più valli non possono e non devono essere miopi o avide.
Un'offerta di qualità porterà gente di qualità...l'educare il pubblico a voler spendere un 'cicinin' di fatica per raggiungere qualcosa educherà al rispetto meglio di qualsiasi cartello posto allo sbarco dell'ovovia.
mia opinione.

Su questo ha profondamente ragione e penso, in linea generale, che la tua riflessione sia molto utile per far capire alla gente che la montagna non è solo un ecosistema ma un patrimonio da tutelare e rispettare. Sono, come te e come molti altri utenti del forum, un appassionato di montagna che vivo non solo con la mtb ma anche praticando lo sci e sopratutto l'alpinismo (che è la mia vera passione).

Dove tuttavia penso che occorra fare un distinguo è sul problema dei bike park. Inizialmente anch'io vedevo il bike park alla stregua degli impianti di risalita e dunque come una potenziale minaccia all'integrità dell'ambiente montano perchè idoneo a portar su non solo sciatori, alpinisti, escursionisti ecc. ma, altresì, orde di gente che della montagna in sè se ne sbattono ampiamente, sporcano e poi fuggono.

Poi però ho cambiato opinione quando ho capito che il problema non è tanto la creazione, nel contesto ambientale montano, di strutture artificiali in sè (chiamamole così per comodità) a portare il pericolo, quanto piuttosto la tradizionale mancanza, nella nostra cultura nazionale, di una educazione di base alla montagna che porti con sè il rispetto e sopratutto la consapevolezza che la montagna (alpi + appennini beninteso) costituisce un patrimonio della nostra nazione al pari di quello artistico, letterario ecc. e come tale può/deve essere fruito, sì, ma un certo modo

Sotto questo profilo mi sono reso conto (l'ho già scritto in un altro post rispondendo a perse e testualmente lo riporto) che "rispetto" della montagna significa anche proteggerla dai danni che possono essere causati dagli eccessi in cui spesso ricadono proprio coloro che amano praticare sport e attività in montagna o semplicemente andarci a fare la passeggiata domenicale con annesso picnic. Per far questo talvolta è meglio creare una struttura adeguata (che non abbia un impatto negativo per l'ambiente montano) piuttosto che proibire e basta o lasciare che tutti scorrazzino dappertutto come vogliono

Voglio dire, e qui arrivo al punto dei bike park, che attrezzare un percorso da riservare agli amanti della discesa, che così possono praticare dh in sicurezza per loro e per gli altri, non lo vedo come un'offesa così grande alla montagna, specialmente se il park utilizza un impianto di risalita già esistente e magari (come hanno fatto per il bike park a frontignano sui sibillini) le opere eseguite per fare le strutture (passerelle, salti ecc.) non hanno un impatto negativo per l'ambiente

Se così non fosse, se cioè la montagna fosse davvero "sacra" e "intoccabile" allora non sarebbe lecito nemmeno andarci a fare xc o AM (come faccio io o, immagino, fai anche tu) o, più in generale, sci, alpinismo, roccia ecc., perchè tutte queste attività, nel bene o nel male, la modificano nella sua integrità e spesso si accompagnano a strutture di complemento (dai rifugi, agli impianti di risalita, alla creazione dei sentieri ecc.) che tutti utilizziamo.

Scusate la prolissità<!-- / message --><!-- 300x250 nel primo post --><!-- / 300x250 nel primo post --><!-- 300x250 nell'ultimo post --><!-- / 300x250 nell'ultimo post -->
 
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jack11

Biker dantescus
1/3/10
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imola
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quello che non sopporto è sudarmi una cima magari facendo una lunga ferrata o una parete di più e più tiri e poi arrivare su e vedere la gente che scende dalle funivie.....per me è bello conquistarsele le cose....io fino all'anno scorso andavo in montagna in piemonte e notavo il gran numero di bivacchi, fontane e le poche persone che incontravo durante i giri quest'anno sono andato sul civetta nelle dolomiti e per non trovare gente ho fai passeggiate eterne o roba che è molto dura e difficile (come le ferrate degli alleghesi o la costantini o si arrampica in pareti eterne come le due torri) oppure è un autostrada di gente....e poi è pieno di rifugi spesso senza fontane fuori e questo da molto fastidio perchè in giri di 10-12 ore è impossibile pensare di portarsi fin da principio dietro litri e litri d'acqua e se la vuoi la devi pagare....in montagna? ci sono le fontane nei parchetti della mia città che è in pianura e non ci sono fontane fuori dai rifugi?mah....considero perciò molto più ospitale il piemonte che le dolomiti......anche un fascino diverses....
 

bikerciuc

Biker infernalis
si ma il punto non è che il pistino debba o non debba essere fatto.
L'uomo da sempre ha modificato l'ambiente per adattarlo alla sua esigenza, un'eccessiva intransigenza non vorrebbe allora nemmeno strade e sentieri ma solo l'autoregolamentazione dell'ecosistema naturale. Una cazzata, permettetemi. Al mondo ci siamo anche noi e non possiamo limitarci dire "non son degno" invocando recinti,divieti e regole.

c'è un problema educativo di fondo che è connesso ad un certo tipo di fruizione perchè annullando la fatica si moltiplicano i numeri e si aumenta, per forza di cose, il numero di incivili e maleducati.

l'errore sta nel pensare e promuovere lo sviluppo del turismo estivo nelle vallate esclusivamente in funzione del funzionamento degli impianti, la facilità richiama il numero ma il numero richiamato andrà su in funzione della facilità e, alla fine, la distinzione tra la località A, quella B e un qualsiasi altro posto nel mondo sarà esclusivamente data dalla distanza, dalla convenienza e dalla difficoltà dei percorsi. La montagna così diventa globale, perde le sue peculiarità territoriali e culturali ed il patrimonio etnologico va a farsi fottere...e la vita mi ha insegnato che chi non ha radici e non sa da dove viene difficilmente potrà avere un'idea di dove andare.
 

marzia

Modera_i_tour?
24/6/03
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sondrio
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l'errore sta nel pensare e promuovere lo sviluppo del turismo estivo nelle vallate esclusivamente in funzione del funzionamento degli impianti, la facilità richiama il numero ma il numero richiamato andrà su in funzione della facilità e, alla fine, la distinzione tra la località A, quella B e un qualsiasi altro posto nel mondo sarà esclusivamente data dalla distanza, dalla convenienza e dalla difficoltà dei percorsi. La montagna così diventa globale, perde le sue peculiarità territoriali e culturali ed il patrimonio etnologico va a farsi fottere...e la vita mi ha insegnato che chi non ha radici e non sa da dove viene difficilmente potrà avere un'idea di dove andare.

purtoppo quest'esempio mi ricorda esattamente quanto è accaduto da queste parti, ove l'identità di popolo montano se n'è andata già da un bel po', e si sono perseguiti obiettivi di omologazione alla pianura.

svendere il territorio per realizzare una quantità inverosimile di seconde case ed ospitare i cittadini in cerca di una realtà analoga alla propria, ma solo in contesto diverso, è stata quindi cosa automatica.

Non sto qui ad elencare le conseguenze di questa scelta, che di certo ha fortemente condizionato lo sviluppo conseguente della valle..., ma è chiaro che denota una scarsa consapevolezza quantomeno dei valori del territorio...
chiaramente l'identità non si è ancora recuperata e ancora oggi si va avanti, imperterriti, per questa dannosa strada.

detto ciò questo in effetti non stupisce..
 

bikerciuc

Biker infernalis
purtoppo quest'esempio mi ricorda esattamente quanto è accaduto da queste parti, ove l'identità di popolo montano se n'è andata già da un bel po', e si sono perseguiti obiettivi di omologazione alla pianura.

Svendere il territorio per realizzare una quantità inverosimile di seconde case ed ospitare i cittadini in cerca di una realtà analoga alla propria, ma solo in contesto diverso, è stata quindi cosa automatica.

Non sto qui ad elencare le conseguenze di questa scelta, che di certo ha fortemente condizionato lo sviluppo conseguente della valle..., ma è chiaro che denota una scarsa consapevolezza quantomeno dei valori del territorio...
Chiaramente l'identità non si è ancora recuperata e ancora oggi si va avanti, imperterriti, per questa dannosa strada.

Detto ciò questo in effetti non stupisce..

quoto nel modo + assoluto!
 

antobike

Biker grossissimus
5/9/05
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Ovunque IO voglia.
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Non chiamatemi fratello, non sono della tribù!​


Ovvero confessioni occidentali di un biker controcorrente​


Sono un ribelle, un miscredente, un misantropo, un estremista.........

........E’ vero che infondo andiamo tutti in bicicletta, ma nessuno mi chiami fratello, non sono della tribù.



Vostro
Bikerciuc

Parole sante, anzi santissime.
Io è da un po' che ho l'impressione che per molti essere un biker significhi amare il mezzo più che la natura.
E' una vita che mi sento "fuori dalla tribù", dalla massa modaiola, fuori dalla ricerca dell'ultimo gps, dell'ultimo ammo, dell'ultima forca, dell'ultimo costosissimo telaio in titanio, dell'ultima classificazione... AM? XC? DH? FR? ...mi sento solo un pedalatore lento e prudente, di quelli che amano la salita perchè possono pensare e guardare, di quelli che si fermano spesso perchè la natura non va vista con la coda dell'occhio mentre scorri troppo veloce cercando di evitare sassi e radici, ma va rispettata e gustata piano; sono di quelli che, al netto delle capacità scarse, preferiscono scendere comunque a piedi, bici a mano, pur di poter guardare il paesaggio.
E' una vita che mi sento lontano da chi crede che sia quasi un obbligo della "categoria biker" rischiare le ossa, "migliorare la guida del mezzo", schifare quelle stradine in campagna che tanto amo e che mi riportano indietro a quando ero un ragazzino con la bici da 20 kg, i pantaloncini senza fondello e tanta serenità e semplicità.
E' una vita che mi sento fuori da questa "tribù" che odia le "sterrate facili", che esce in bici come se uscisse in moto, senza neanche rendersi conto di quanto sia bello un albero, una nuvola o quella foglia che sta spuntando, o quel ragnetto che sta costruendo la sua tela, concentrata per evitare sassi e radici, droppare dossi, montare rampe e tavole nei boschi e scendere gradoni con bici iperammortizzate che paiono moto.
Parole sante, Bikerciuc.
 
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booger

Biker ciceronis
14/10/06
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Torino
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Ho letto il post di bikerciuc e tutte le conseguenti, interessanti, opinioni di chi ha contiunuato il filo del ragionamento.
Qui non è questione di costruire o non costruire luoghi in montagna dove praticare i propri sport preferiti, nè di tornare ad una 'montagna faticosa' che selettivamente si offra ai solitari montanari disposti al sacrificio.
Chiunque frequenti la montagna più dura - pareti di roccia, rifugi impervi o ghiacciai d'estate- sa che l'essere solitario in quei luoghi è cosa dimenticata da tempo.....forse su una cima sarò solo di mercoledì pomeriggio di un giorno feriale.....ma nei w-e moooolto difficile.
Eppure lì in quei luoghi ci va solo gente disposta alla fatica, tanta fatica. Non ci troveremo i merenderos nè la gente dei centri commerciali con comodo parcheggio annesso.

Allora dov'è il problema?
E' l'uomo, la gente, la nostra società, il modello di sviluppo che ci hanno insegnato (piaccia o non piaccia) i nostri genitori, imposto i nostri politici amministratori, i nostri emuli, i soldi che abbiamo in tasca -ancora molti nonostante la crisi- soldi che ci danno la possibilità di godere del superfluo, sia esso una bici nuova ogni anno, un'auto, una domenica di svago da passare a pedalare o a sciare o appeso ad una corda in parete.

Se fossimo in una società in cui la sola sussitenza è il problema principe da risolvere, questo superfluo nemmeno esisterebbe. Il probelma della pressione antropica nella montagna nemmeno.
Saremmo tutti impegnati a trovare cibo e riparo per arrivare a domani.

Ci si è mai chiesti perchè in India, in Africa, in ogni sud del mondo la popolazione locale non pratica la mtb estrema? O la roccia o lo sci?
Difficile con un reddito di 1$ al giorno permettersi altro che un piatto di riso per sopravvivere...

Siamo in una società ricca e come tale dobbiamo fare i conti.

Più che park da costruire/distruggere qui quel che è da costruire è un nuovo modello di sviluppo che sappia darsi molti limiti; quel che è da distruggere (diciamo superare) è l'idea che prima di tutto si deve realizzare il diritto di ognuno di noi a "godere" della vita appropriandosi del mondo che lo circonda.

Questa rifondazione delle coscienze spetta a chi di noi è genitore, ha figli, nipoti, educa ragazzi.
Insegnare il senso del limite, eliminare i danni che il principio di piacere, perseguito, anzi cercato da ognuno di noi ad ogni costo, non è un valore, un mezzo per arrivare alla realizzazione dell'individuo in sè.

Bisogna insegnare oggi agli uomini di domani che ogni scelta, anche la più innocua, ha un impatto sugli altri.
E può essere fonte di guai per chi con noi (uomo o animale) condivide questo pianeta.

E' un compito durissimo e lungo.
Serviranno molte generazioni prima di vederne i frutti ma la mia opinione è che si deve passare da lì anche per avere uomini di domani con un diverso modello di fruizione della montagna.
 

pippixe

Biker grossissimus
29/2/08
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Tra Latina e Quartu S.Elena
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26 anni fa ero paninaro e solo a distanza di anni ho capito quanto fossi stupido (vi prego mi sento già umiliato da solo......).

Conosco poco la montagna in quanto mi ci sono avvicinato da pochi anni: avendo vissuto per 40 anni in Sardegna conosco bene il mare e tutto quello che tu hai scritto circa la montagna vale nello stesso modo proprio per il mare.

Ora ho 42 anni, penso di aver acquisito una certa maturità e mi viene naturale dire che.....sarà sempre peggio. Spero sinceramente di sbagliarmi ma ho paura che non sarà così.

Quando ero ragazzino il Poetto era una bella spiaggia.......
Quando ero ragazzino le coste non erano imbruttite da ecomostri o edilizia selvaggia......
Quando ero ragazzino c'erano più strade bianche che grigie.....
Quando ero ragazzino i padri e le madri davano una bella botta sulla mano dei figli se questi gettavano la carta in terra.......
 

andrea66

Biker poeticus
2/4/08
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donca town
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Bike
Liteville, Bronson
al di là delle differenti posizioni su questo o quell'altro aspetto vedo che gli ultimi interventi concordano tutti sulla necessità che l'unico sistema per evitare - o limitare - i danni derivanti dal cattivo godimento della montagna (con tutte le conseguenze non solo sotto il profilo ambientale ma anche culturale e identitario) è un'operazione di tipo culturale/educativo: chiamatela educazione alla montagna, chiamatela sensibilizzazione alle problematiche ambientali o riscoperta delle radici o delle identità perdute, chiamatela educazione civica naturalistica o come vi pare, ma alla fine lì si va a parare; tutto il resto (divieti, abbattimenti, limitazioni, regolamenti di accesso) sono solo palliativi che non risolvono il problema.

E, mi spiace dirlo (ma è così), purtroppo non stiamo messi bene perchè uno dei settori che oggi vedo ignorato dalle politiche degli ultimi anni è proprio quello educativo/scolastico in generale e di sensibilizzazione alle problematiche ambientali in particolare.
 
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